La devo smettere di comprare o meglio di credere alla piccoletta attorno al metro che gira per casa. Continua a leggere
principessa
La bimba dai capelli rossi
Quest’anno alla materna, i bambini più grandi,quelli di cinque anni, quelli che a settembre inizieranno la fantastica avventura della scuola elementare, quella “vera”, si sono cimentati nel laboratorio delle storie: <<invento e illustro le mie storie>>.
Questa è una delle storie di Mademoiselle M.
Ser Baldo e i quattro messeri
C’era una volta un regno con un castello. In questo castello viveva un Re, ma era un Re buono, che voleva bene a tutti e tutti gli volevano bene. Era così buono che in periodo di carestia apriva le porte del suo castello per i suoi sudditi, cui dava la pappa del Re.
Purtroppo, però, nel Paese vicino c’era un altro castello, dove però viveva la Principessa Nera. Era una principessa cattiva, che non voleva bene a nessuno e nessuno le voleva bene. E quel che era peggio, voleva conquistare il regno del Re buono e, per questo, mandò quattro emissari a conquistarlo.
Per fortuna, però, il Re buono venne a saperlo e chiamò il più forte e coraggioso dei suoi sudditi, Ser Baldo. Ser Baldo era un cane bellissimo, grande, forte, intelligente e quando arrivò dal Re questi gli disse della Principessa Nera. “Solo tu puoi salvarci” gli disse il Re.
Ma Ser Baldo, che era anche saggio, sapeva che – seppur forte e coraggioso – nulla poteva da solo contro i quattro emissari della principessa. Per questo decise di chiamare i quattro cavalieri più forti del regno: messer Mimma, messer Fiona, messer Ali e messer Nina. Con loro andò alla ricerca degli emissari.
Quando li trovarono iniziò una battaglia epica, che durò giorni. Giorno e notte Ser Baldo e i messeri combatterono, con coraggio, fino a quando non cacciarono gli emissari della principessa e salvarono il regno.
Tornati al castello il Re li ricevette come eroi e per festeggiare la vittoria organizzò una grande festa sui prati del regno. Per due giorni tutti i sudditi fecero festa, con tanto cibo, bevande, giochi e divertimenti e Ser Baldo e i messeri furono gli ospiti d’onore.
[illustrazione di Achacunsongout – testo di Monsieur D.]
Che silhouette!
Talvolta capita che si cerchi una cosa e se ne trovi un’altra. Soprattutto quando si ha a che fare con internet (o il “vu-vu-vu”, come direbbero gli Elio e le Storie Tese). Stavo effettuando una ricerca su Cicely Mary Barker, talentuosa quanto deliziosa illustratrice di inizio secolo scorso, nota per le illustrazioni fantasy e le fatine dei fiori, quando mi sono imbattuta in Lotte Reiniger.
Regista, animatrice di silhouette tedesca, Lotte Reiniger ha all’attivo decine di titoli che lei ha disegnato e animato solo con le silhouette. Non avrei mai creduto che si potesse produrre dei cortometraggi, dei cartoni animati in questo modo, e invece si può, eccome, e che chiarezza, che espressività, che particolari e che poesia.
Inizialmente sono rimasta delusa dal mancato audio di Cenerentola, poi ho pensato che si trattava di una buona occasione per far raccontare la storia a Mademoiselle M. – un po’ come funziona con gli albi senza parole costituiti di sole immagini – quindi un’occasione di gioco.
Su youtube è possibile trovare parecchie favole animate dalla Reiniger, ne vale davvero la pena.
Note a margine: attenzione, la versione di Cenerentola è quella dei fratelli Grimm, quindi splatter rispetto a quella di Perrault, in compenso Hansel e Gretel non prevede orfani, abbandoni da parte di padri e matrigne e un lieto fine poetico e inatteso. Andate a curiosare 😉
Un gioco da ragazze
Pochi giorni fa un’amica mi ha incuriosito a proposito di un giocattolo americano per future ragazze ingegnere: Goldie Blox, engigneering toys for girls. Informandomi sull’argomento ho scoperto che la rete comincia a parlarne, non tanto del prodotto quanto degli spot, davvero ben fatti. Ovviamente il progetto è rivolto non solo alle bambine come non è rivolto solo a chi sa già che da grande farà l’ingegnere, il concetto su cui si fondano gli spot ma soprattutto il prodotto è: sei una bambina? E allora? puoi cimentarti con successo in opere di costruzione e nell’assemblaggio di ingranaggi complicati con successo.
Riportando una frase di Debbie, CEO dell’azienda: <<ogni bambina è molto più di una semplice principessa>>.Con questo non si vuole dimenticare la gonna, il tacco o il maquillage, al contrario, solo non si vuole relegare la bambina, che diventerà donna, a cimentarsi solo con bambole, cucinette giocattolo – quindi neanche la soddisfazione di usare ingredienti veri per preparare pasti veri – profumi e balocchi.
Dare opportunità, fornire la consapevolezza di non essere stupide innanzitutto e stimolare aspirazioni, questo è il punto fondamentale, piccole azioni con grandi ricadute: cimentarsi fin da bambini con giochi di ingegno può fornire gli strumenti per risolvere situazioni complesse nella vita.
Personalmente non sono d’accordo con la netta divisione, visibile nei negozi ma più subdolamente nascosta nella mente di molti: giochi da maschi, giochi da femmine. Nel vestiario per il primo anno di vita trovare qualcosa che non sia rosa o azzurro è un’impresa titanica, l’unica alternativa possibile è andare in boutique, lì è un tripudio di colori ma con scontrino a svariate cifre.
A me è sempre piaciuto giocare con i Lego, mi sarebbe piaciuto anche il Meccano ma non l’ho mai avuto; anche Mademoiselle M. non disdegna i Lego. Futuro ingegnere? Forse solo una bambina che vuol capire come funziona. Magari un mondo migliore, più consapevole e tollerante, si costruisce così, mattoncino su mattoncino.
Mamma, ti racconto una storia
C’era una volta una principessa che salì su una torre trovò un arcolaio e lo usò. Continua a leggere
Pirata party
L’intenzione era di fare un “party pirata” al parco con tanto di caccia al tesoro ma Giove Pluvio ha deciso altrimenti costringendoci a una veloce inversione di rotta e, se vogliamo, un salto nel passato (almeno nel passato di chi scrive): la festa in casa.
Ho sempre ricordato con piacere le festicciole a casa dei compagni di classe con la torta fatta in casa, i giochi a premi, le chiacchiere, le risate, l’urlo del citofono: <<è arrivato tuo papà>>, <<oh no, devo già andare>>, oggi purtroppo le case sempre più piccole costringono ad affittare – a prezzi folli – locali pubblici e la corsa alla fashion-festa ad acquistare torte glassate stupende ma che i bambini scoperchiano in due secondi, pastrugnano e buttano via. Chi è nato in estate, come Mademoiselle M. e ha la fortuna di abitare vicino a un bel parco, può ripiegare sulla “festa campestre” ma se l’estate finisce all’improvviso che si fa?
Dati del problema: casa piccola, compleanno da festeggiare, (in realtà si tratta solo della festa visto che il genetliaco ha già avuto luogo), come dippiù, pioggia a catinelle. Soluzione: festa in casa con pochi amici scelti, sei per l’esattezza.
Per il vestiario pensavo di ispirarmi al personaggio di un cartone animato molto amato da Mademoiselle: la Principessa Pirata ma lei ha scelto di indossare il suo vestito preferito e mi ha liquidato dicendo: anche la Principessa Pirata ha un vestito così, però non lo mette mai e me l’ha prestato.
Caccia al tesoto indoor:
– andiamo di là
– dove?
– sul letto!
(salgono tutti sul letto)
– e ora?
– si torna giù
– … ah, ok
Per il menù un colpo al cerchio e uno alla botte: torta al cioccolato ma anche frutta e verdura fresca (carote, pomodorini, fragole e uva senza semi), pop corn ma anche focaccia fatta in casa.
I bambini si sono divertiti, i genitori hanno chiacchierato conoscendosi meglio in un ambiente rilassato, solo i gatti hanno tirato un sospiro di sollievo quando l’allegra comitiva se n’è tornata a casa propria portandosi via alcuni palloncini colorati che Mademoiselle M. ha provveduto a consegnare personalmente. Che dire? più feste in casa per tutti 🙂
Come souvenir della festa: biscotti-pirata fatti da Mademoiselle M., la ricetta è quella dei coffee cookies.
(stampo biscotti pirata: dolcemente kitchen)
Principessa pirata sui tetti di Genova
Che ci fa una principessa pirata sui tetti di Genova? Ottima domanda. Si gode due giorni di mare. Continua a leggere
Un palloncino di nome Sofia
C’era una volta un palloncino rosa di nome Sofia, principessa Sofia.
Si era trasferita a casa di una bambina dopo una festa, perché un’antica tradizione dei palloncini colorati vuole che dopo le feste di compleanno i palloncini accompagnino i bambini a casa e restino a vivere con loro prendendosene cura, facendoli giocare e scacciando la tristezza con balzi e lazzi.
A casa della bambina Sofia fece amicizia con tutti i giocattoli e con Filippo, un palloncino di un meraviglioso color verde smeraldo. Filippo, fino a quel giorno senza sorriso, si ritrovò con due labbra rosso fuoco disegnate dalla bambina che le aveva viste su Sofia e se ne era innamorata. I due divennero inseparabili.
Tutto procedeva serenamente, finché un giorno un colpo di vento fece volare Sofia fuori dal balcone. Dapprima il vento la portò in altro, poi una corrente d’aria la fece volteggiare e ballonzolare, rotolò su un tetto, corse lungo una grondaia, planò su un albero e atterrò su un prato dove andò a nascondersi impaurita dietro a un cespuglio. Dov’era la bambina con cui viveva e le voleva bene? Dov’era la rassicurante cameretta? Il letto morbido, le bambole di pezza e lo scimmiotto di peluche? E, soprattutto, Filippo, il palloncino verde smeraldo?
Sofia rimase nascosta alcuni giorni finché non trovò il coraggio di uscire e farsi notare da alcuni bambini che giocavano nel prato. Quale gioia! Quante feste le fecero tutti!
E la bimba? La bambina, dopo aver pianto la scomparsa della principessa Sofia la vide giocare nel prato insieme agli altri bambini. Scese di corsa, stringendo Filippo a sé, e piangendo chiese a Sofia di volteggiare da loro. Il palloncino, combattuto tra i tanti nuovi amici da un lato e la bambina e Filippo dall’altro, la guardò dolcemente. E, rimbalzando sull’erba, fece avvicinare la bambina e Filippo ai ragazzini che giocavano nel parco. Sofia, infatti, aveva capito che quello era il suo destino, quello che voleva fare: rendere felici i bambini, ma non uno solo, tutti! La bambina, avvicinandosi, capì che giocare con Filippo e Sofia era bellissimo, ma giocare con loro e con gli altri bambini era ancora più bello.
Ora Sofia vive al parco, è felice, ora può prendersi cura di tutti i bimbi che giocano nel prato, compresa la bambina che l’aveva portata a casa dopo la festa e che divide con gli altri la gioia di giocare con Sofia, il palloncino rosa.
(Testo e illustrazione di achacunsongout)
la principessa e il leone
C’era una volta una bimba che chiese al suo papà: Mi inventi una storia? Continua a leggere