Nonni

nonni

Il 2 ottobre da qualche anno è il giorno dedicato alla festa dei nonni. Posto che siamo passati misteriosamente – e fortunatamente – da una scuola in cui festa della mamma e del papà erano abolite (per non urtare la sensibilità degli orfani, così è stata giustificata la cosa) – a una scuola in cui si son festeggiati i nonni.

E’ già stato detto tutto e il contrario di tutto sui nonni, a me i nonni piace pensarli alla maniera dei Sigur Ròs, così:

Giocare all’aperto

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Sottotitolo: come ti salvo la festa.

E’ primavera, manca poco all’estate e alle vacanze, giornate assolate invogliano e permettono di stare all’aperto, non solo a giocare ai giardini o far passeggiate in bicicletta, ma anche organizzare feste di compleanno su un bel prato in un parco cittadino anzichè al chiuso di un locale (in casa non lo considero più viste le dimensioni sempre più ridotte degli appartamenti in città!).

Fino a qui tutto bene, c’è la festa, c’è il prato, c’è la torta, ci sono i bambini… ma che gli facciamo fare? Chi può contatta un animatore, chi non può?

La Morocolor, azienda della provincia di Padova, famosa per le tempere e prodotti per la creatività in genere, propone un kit di pronto intervento per giocare all’aperto con tanto di manuale e 15 giochi da fare in gruppo, in un cortile (esistono ancora?) o in un prato. Trovo questo kit di sopravvivenza al pomeriggio in gruppo, a dir poco geniale, tuttavia ognuno si può creare il proprio pacco-salvezza ritagliato sull’età e sul tipo di bambini ai quali servirà, esempi vari di contenuto:

elastico per saltare, con preventiva ricerca delle regole (chi si ricorda?),

corda per saltare che può essere usata anche per il tiro alla fune,

gessi da strada, in assenza della strada si può disegnare sui cartoni che astutamente ci si è portati da casa, con i gessi sul cartone si può disegnare il gioco “campana” o “mondo”,

aeroplanini di carta per una gara al tiro più lungo,

bolle di sapone (piacciono sempre a tutti)

biglie (attenzione ai tombini :-))

– vecchie federe per la corsa con i sacchi

– un panno per rubabandiera

palloncini colorati (possono sempre servire)

e chi più ne ha più ne metta, se i bambini sono molto picoli, 0-3 anni, si può chiedere alle mamme di portare un giochino a testa e trasformare il prato in una piccola ludoteca all’aperto.

Buon divertimento!

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Macchinina rossa rossa dove vai?

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In una delle ultime sortite in biblioteca mi è capitato tra le mani: “Caro papà, mi racconti Milano?”, scritto da Edoardo e Giorgio Caldara, edito Skira. Il bel volume, corredato da struggenti fotografie d’epoca, rigorosamente in bianco e nero, racconta Milano com’era e com’è dal 1935 al 2011 (anno di pubblicazione del libro).

Vie e vicoli scomparsi per far posto a palazzi e viali, le vie d’acqua come la Martesana che ora scorre sotto Melchiorre Gioia e un tempo era sostituto della colonia estiva per i bambini delle elementari di via Monte Grappa, e non solo.

Che in Brera, all’altezza di S.Marco ci fosse il Naviglio è cosa nota, quello che non tutti sanno, io non lo sapevo, è che c’era anche una fabbrica di cioccolato con tanto di mulino a pale che sfruttava la forza dell’acqua per la sua macina!

Tanti ricordi di chi vive a Milano dagli anni Trenta, tanti luoghi che non ci sono più o sono cambiati ma anche di momenti che si perpetuano da quasi un secolo, come le macchinine a pedali da noleggiare al Parco.

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Inizialmente si trovavano solo ai Giardini Pubblici di via Palestro, recentemente è possibile per i bambini, giocarci anche al Parco Sempione, quello che mi intenerisce è vedere come in tanti anni nulla sia cambiato, le macchinine, ho idea, siano le stesse degli anni Quaranta, il modus operandi del noleggiatore anche.

Ai Giardini Pubblici di Palestro il deposito delle macchinine era sotto a uno degli ingressi di via Palestro, accessibile dalle scalette a spirale, il noleggio era di cinque lire per un quarto d’ora, oggi sono più di cinque lire ma ben venti minuti :-), gli strumenti di lavoro del noleggiatore sono gli stessi: tavolino, sedia, orologio e chiave inglese per adattare il sedile alla statura del pilota o per piccole regolazioni della macchinina; anche il metodo di riportare le macchinine al deposito è lo stesso: sul sedile della prima macchinina si poggia la ruota anteriore della macchinina che segue e così via fino a formare la fila.

Certe volte è proprio bello constatare come mentre tutto cambia alcune cose restano com’erano. Poetico e confortante.

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Pattini d’antan

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Quattro novembre, per lungo tempo è stata festa nazionale, la fine della Prima Guerra Mondiale, la Grande Guerra, per me è sempre stato il compleanno della mia nonna, avrebbe compiuto 98 anni. Il regalo l’ha fatto lei a noi. Gli stessi pattini a rotelle – che all’epoca qualcuno chiamava “schettini” che aveva regalato a me ora fanno bella mostra di sè ai piedi di Mademoiselle M. Continua a leggere