Mi sembra di parlare al muro! Quante volte l’abbiamo detto. E se per una volta fossero i muri a parlarci? La questione dei writer, angeli o demoni delle nostre città, è annosa. Un bel graffito, pensato e ben realizzato, non solo abbellisce la zona ma può essere considerato opera d’arte. Le tag alla rinfusa sono solo fastidiose.
Jean-Michel Basquiat, Keith Haring, Banksy, imprescindibili street artists ma anche i murales di Shankill Road e Falls Road a Belfast (i primi comparvero nel 1908), spesso i muri parlano.
A Milano, ultimamente, ancora di più: su esplicita richiesta dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini i muri interni ed esterni dell’Istituto ortopedico, del Monastero della Visitazione e dell’Archivio Storico Diocesano sono diventati tavolozza per writer capaci e famosi come Pao (suo, tra gli altri, il drago in via Canonica), Orticanoodles e Ivan.
Spesso “parliamo al muro” che non risponde, talvolta è il muro a parlare, ascoltiamo.